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Il paese



Luras è un comune di 2.602 abitanti della provincia di Olbia-Tempio nella regione storica della Gallura. È situato a oltre 500 metri sul livello del mare, nella zona della Gallura. Fa parte della III Comunità montana "Gallura". Dista 95 km da Sassari.

Nostra Signora del Rosario: è la chiesa parrocchiale; è dedicata alla Vergine del Rosario e, come si evince dalle date poste sulla sua facciata della chiesa, fu ricostruita tra il 1729 e il 1790. I documenti dell'archivio parrocchiale (Quinque Libri) dimostrano, peraltro, che era già edificata al più tardi nel 1694. Una più antica chiesa parrocchiale era ubicata nel rione di San Giacomo e dedicata appunto a san Giacomo apostolo; quest'ultima, ormai semi abbandonata, minacciante rovina ed esposta alle profanazioni, fu abbattuta nel 1765 per ordine del vescovo di allora Pietro Paolo Carta. All'interno della parrocchiale è possibile ammirare tre dipinti di un certo pregio artistico: il primo raffigurante la Vergine del Rosario, dipinto manierista del XVII secolo; il secondo, la Pentecoste, dipinto di Antonio Caboni (1874), il terzo, le Anime purganti, dipinto di Giovanni Patrone del 1927. All'interno, inoltre, si conservano due pregevoli leoni in marmo, probabilmente residuati dall'antica facciata.

Santa Croce: prospiciente la chiesa parrocchiale sorge la chiesetta di S. Croce, sede dell'omonima confraternita che cura le celebrazioni della settimana santa. Fu edificata nel 1677, come si evince da un'acquasantiera donata dall'allora priore Antonio di Feno. Per le feste natalizie vi viene allestito un suggestivo presepe vivente in costume tradizionale.

la chiesa di San Pietro del XVII secolo, la chiesa del Purgatorio del XVIII secolo e le chiese campestri di San Bartolomeo in località Karana e, in località Silonis, San Leonardo, Santa Maria delle Grazie e San Pietro.
Luras deve la sua importanza ai monumenti preistorici, in particolare i dolmen, esistenti nel centro abitato o nelle sue immediate adiacenze. Nell'ambito dei 78 esempi di dolmen sinora identificati nella Sardegna[2], infatti, Luras è il centro abitato maggiormente rappresentato, con ben quattro esempi: i dolmen di Ladas, Alzoledda, Ciuledda e Billella. Questi monumenti furono realizzati, a partire dal Neolitico recente (3500 - 2700 a.C.) come sepolture collettive e come luogo dedito al culto; esse si confrontano con gli esemplari delle regioni basca, catalana e francese, di Minorca e della Corsica. I luresi solevano chiamarli: “Sepulturas de zigantes o de paladinos”.

Fra i più importanti si possono citare:
Il dolmen di Ladas; è costituito da una grande galleria coperta che misura 6 metri di lunghezza e 2,20 di altezza, coperta da due grandi lastroni e dotata di un'abside posteriore. La cella è divisa in due parti da un lastrone trasversale. La pietra di copertura posteriore – il secondo più grande esempio nell'isola - ha una superficie di circa 15 m² e misura ai lati m.4,80 X 3,42, con uno spessore di 45 cm.; apparentemente è stata lavorata e levigata nella parte inferiore. L'ingresso è alto m.1,20 e largo m.2,30[3]. Le pareti sono formate da lastre ortostatiche (in posizione verticale) abbastanza regolari, affiancate da massi piatti disposti in posizione obliqua. Al suo interno sono stati rinvenuti alcuni frammenti ceramici senza particolari decorazioni, genericamente attribuiti all'epoca conclusiva della cultura di Ozieri (neolitico recente). Il suo target astronomico risulta analogo a quello della maggior parte delle strutture dolmeniche della Corsica, orientate verso il sistema Centauro/Croce/Mosca. In particolare, verso il sorgere di Alfa Muscae (la stella più luminosa della costellazione della Mosca, gruppo inferiore del sistema complessivo sopra indicato) nel 2.800 a.C.[4].Ciò confermerebbe la datazione ricavata dai ritrovamenti ceramici già citati.
Il dolmen di Ciuledda; ha pianta di forma semicircolare. È simile come tecnica costruttiva a quello di Ladas, ma in scala ridotta. Ha il vano sepolcrale a semicerchio e l'ingresso orientato a sud-est, la lastra superiore misura m.3,42 X 2,35, l'altezza totale del monumento è circa 90 cm.[3]. Nel dolmen Ciuledda, come nel Ladas, sono stati trovati frammenti ceramici, senza decorazioni particolari, che permettono una datazione approssimativa al III millennio a.C. Il suo target astronomico è più preciso, e può essere riferito alla stella Rigel nel 3100 a.C. Il Ciuledda, quindi, è stato realizzato almeno tre secoli prima del Ladas, come dimostrerebbe anche la tecnica meno perfezionata rispetto al più maestoso dei dolmen luresi[4].
Il dolmen di Alzoledda; è una struttura tombale di tipo semplice, di forma rettangolare con ingresso rivolto verso Est e camera trapezoidale. Le pareti laterali sono costituite entrambe da una lastra ortostatica sormontata da alcune pietre di rincalzo, mentre la parete di fondo è formata da un unico ortostato piatto quadrangolare che sporge dalle pareti per quasi mezzo metro. Ha una lunghezza di m 2,65, una larghezza di m 2,20 e un'altezza m 1,65[3] Il dolmen di Alzoledda è genericamente riferito alla Civiltà di Ozieri(3500-2700 a.C.). In tale epoca, nella direzione dell'ingresso della struttura, e, in particolare, intorno al 2825 a.C., sorgeva Alpha Crucis, cioè la stella più luminosa della Croce del Sud (che non è più visibile nell'emisfero settentrionale da circa tremila anni)[4].
Il dolmen di Billella; è anch'esso genericamente riferito alla Cultura di Ozieri (3500-2700 a.C.). Presenta pianta rettangolare e ingresso rivolto a Nord-Est. La parete di destra è costituita da un lastrone ortostatico rettangolare, quella di sinistra da due massi, parzialmente lavorati, poggianti sulla roccia naturale. Uno di questi è stato adattato artificialmente per l'inserimento del lastrone di copertura che è appiattito nella superficie inferiore e lasciato al naturale in quella superiore. Per tale caratteristica il dolmen è insolito e quasi senza confronti. Ha una lunghezza di m 2,50, una larghezza di m 1,40 e un'altezza m 0,80.[3]. Il dolmen Billella presenta un target astronomico tuttora sconosciuto, addirittura opposto a quello dell'85% circa dei dolmen esaminati da Edoardo Proverbio e Pino Calledda, che sono orientati in direzione sud e sud-est[4]. Il suo orientamento, infatti, è rivolto verso nord-nord ovest. Ciò potrebbe far supporre che, anziché verso il sorgere di una stella, o di un gruppo stellare, sia rivolto verso il suo tramonto. La struttura potrebbe anche essere rivolta verso qualche altra formazione naturale o artificiale, ma anche questa ipotesi rimane tutta da dimostrare.

Nel territorio di Luras sono presenti degli olivastri millenari.
In particolare in località Santu Baltòlu di Karana, presso la chiesetta di campagna dedicata a San Bartolomeo, è situato il più vecchio di questi olivastri, che dai luresi viene confidenzialmente e rispettosamente chiamato S'ozzastru. Esso presenta una circonferenza di 12 metri a circa m. 1,30 da terra ed è alto 8 metri. La sua età, secondo alcuni esperti, è stimata tra i 3.000 ed i 4.000 anni, risultando così uno dei più vecchi d'Europa.
Nel 1991, questo "patriarca della natura", è stato dichiarato monumento naturale ed inserito con decreto ministeriale, per la regione Sardegna, nella lista di "venti alberi secolari", uno per ogni regione italiana.







 

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